Periodico a cura del Centro Studi Mediterranei - Direttore Agostino Spataro - 35, Via Tunisi - 92010 - Joppolo Giancaxio (AG)
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Numero 1 - gennaio 2000

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( EDITORIALE )

INFOMEDI nasce senza grandi pretese, ma con un obiettivo chiaro: raccogliere informazioni, dati e opinioni riguardanti l'area mediterranea e le zone contigue, specie quelle "trascurate" dai media italiani, e fornirle a quanti desiderano approfondire la conoscenza di questa variegata realtà.

Desideriamo fare un periodico agile, aperto e libero da ogni condizionamento, redatto e diffuso gratuitamente. Non chiederemo contributi finanziari pubblici o privati (come del resto facciamo, dal 1992, per il Centro Studi Mediterranei che lo promuove), ma solo collaborazioni volontarie e non retribuite, poiché ci teniamo a non essere confusi con quanti hanno "scoperto" il Mediterraneo a partire dal 1996, dopo il varo dei programmi Meda.

Ospiteremo soltanto una quota di pubblicità per conto dell'Editore, il quale, generosamente, si farà carico di tutti gli oneri per assicurare ad INFOMEDI la permanenza e la visibilità nella rete Internet.

Con simili premesse, il nostro compito sarà davvero arduo, tuttavia vogliamo provarci, confortati dalle numerose adesioni inviateci da studiosi, personalità del mondo accademico e da vari direttori di quotidiani e riviste che ci hanno assicurato la loro amichevole disponibilità.

Il nostro fine è stato e resta quello di contribuire ad infondere nell'opinione pubblica, e nelle nuove generazioni in particolare, un nuovo approccio della dimensione mediterranea: da mera entità geografica (per giunta divisa e pluridipendente da potenze esterne) a realtà unitaria e interdipendente, che vorremmo animata da idee lungimiranti e progetti concreti per un nuovo futuro, a misura dell'uomo mediterraneo.

Con la conferenza di Barcellona si sono gettate le basi per avviare un nuovo sistema di relazioni globali fra l'Europa e 12 Paesi rivieraschi extra - UE (PTM), purtroppo la tendenza emergente è quella di privilegiare l'aspetto mercantilista di queste relazioni e di relegare le altre questioni individuate ai margini del confronto e del meccanismo operativo messo in moto.

Più che nella creazione della zona di libero-scambio, la sfida consiste, prioritariamente, nella capacità di operare in solidarietà per incrementare produzioni e redditi dei PTM, per trasformare il Mediterraneo da luogo di separazione e di conflitto in un'area di sicurezza, di pace e di prosperità condivisa.

Invece che dalle merci vorremmo che si partisse dagli uomini, dai loro bisogni, dalle loro speranze; invertendo la direzione di marcia: dal "villaggio locale" al "villaggio globale", se non vogliamo che il rullo livellatore della "globalizzazione" annulli quel sistema di valori, identità, culture e stili di vita che sono alla base della "mediterraneità".

Nel Mediterraneo, dove sono nate la filosofia umanistica, la democrazia, lo spirito di tolleranza, le arti e le scienze, sono aperte questioni fondamentali ( diritti umani, partecipazione democratica, emancipazione della donna, convivenza religiosa, etc.) che non si possono affrontare monetizzando gli sforzi per la loro soluzione o proponendo modelli preconfezionati.

Si tratta di problemi reali da risolvere, con o senza Barcellona, facendo appello a tutte le forze creative, intellettuali, politiche e imprenditoriali del Mediterraneo, le quali dovranno operare con un occhio al passato, ma fortemente proiettate nel futuro del mondo.

In questo alveo cercherà d'inserirsi INFOMEDI. Sappiamo di remare controcorrente, ma questa sembra, al momento, la via principale per mantenere aperta la prospettiva della rinascita del Mediterraneo.

Agostino Spataro

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