( FIERA DEL LIBRO DI FRANCOFORTE )

Fiera del Libro di Francoforte
GLI ARABI INVITATI D'ONORE

In una fase cosi acuta dei conflitti in Medio Oriente (Iraq, Palestina, Afghanistan, ecc) che rischia di sfociare, come taluni vorrebbero, in una disastrosa guerra di civiltà fra Occidente e Mondo islamico, la Frankfurter Buchmesse , ("il villaggio mondiale del libro" che si svolgerà dal 6 al 10 ottobre 2004), ha deciso d'invitare, come "ospiti d'onore", un folto numero di editori ed autori appartenenti ai Paesi aderenti alla Lega degli Stati arabi. Una decisione coraggiosa e lungimirante, volta alla ricerca del dialogo e alla cooperazione tra le diverse culture.

Anche fra le polemiche, la presenza della cultura araba (che non è solo islamica) potrà apportare un contributo proficuo per la comprensione reciproca e rafforzare la pace fra arabi ed europei. Poiché fra arabi ed europei non c'è la guerra! C'è solo una spaventevole incomprensione che due agguerrite minoranze estremiste(d'Oriente e d' Occidente) stanno tentando di trasformare in odioso conflitto. Speriamo che i libri possano colmare, almeno in parte, il vuoto che sta creando la non politica dei gruppi dirigenti europei ed arabi.

A questo importante evento è dedicato il "Dossier", a firma di Samar Al-Gamal e di Dina Qabil, apparso sull'ultimo numero (15/9/2004) del settimanale egiziano "Al-Ahram- Hebdo", del quale riportiamo, tradotti, alcuni stralci.

"Terrorismo, esplosioni, assassinio o attacco suicida.un lessico sempre più frequente per designare un mondo arabo che, dopo molti anni, ha ricostruito a fatica i suoi collegamenti con l'Occidente. Una macchia difficile da eliminare per questa nazione che, oggi più che mai, ha bisogno non di farsi conoscere, ma piuttosto di farsi intendere e comprendere. Ed ecco l'occasione che certuni considerano come quella "del secolo": la Fiera del libro di Francoforte. Questo mondo arabo, che l'Occidente accusa di tutti i vizi, sarà fra qualche giorno l'ospite d'onore della 56/a edizione della Fiera di Francoforte che- come dice il suo direttore Volker Neumann, sarà la "vetrina" del commercio e dello spirito.

Durante il meeting si svolgerà un intenso programma culturale, letterario e artistico. Scrittori, critici, editori, poeti dei paesi membri della Lega araba andranno in Germania all'insegna dello slogan "visioni per l'avvenire". Uno slogan che risponde anche alle accuse di chi ha avversato la partecipazione araba a questa grandiosa manifestazione. Quelli che imputano alla cultura araba d'essere isolazionista, ossia una civiltà che detesta l'Altro e idolatra il passato. Francoforte sarà dunque per gli Arabi un'occasione per rettificare questa immagine deformata, per cambiare questi stereotipi e idee preconcette formatisi in Occidente.

In altri termini, si tratta di dire che nel mondo arabo non ci sono solo terroristi. "La cultura araba non è quella del terrorismo. E' una civiltà ricca sul piano umano. Una buona presentazione consentirà di mettere al giusto posto diverse nozioni sbagliate", sostiene Gamal Al-Ghitani, lo scrittore egiziano modernista e amante del patrimonio arabo.

Polemiche Stati/intellettuali

"In questo momento critico, l'organizzazione della rappresentanza araba dovrebbe essere affidata agli intellettuali e non ai funzionari". Questa è la prima critica avanzata da Al-Ghitani che rimprovera alla Lega araba, e specificamente al suo segretario generale Amr Moussa, di non avere ascoltato il punto di vista degli uomini di lettere a dispetto dell'entusiasmo di cui ha dato prova.

Moussa aveva tentato di mettere questo tema all'ordine del giorno del summit arabo di Tunisi prima del suo annullamento. Solo grazie al suo carisma- dicono- è riuscito a convincere i paesi arabi reticenti a partecipare concretamente a questo salone.

Sono invitati gli scrittori o gli Stati? Protestano gli oppositori. Comunque sia, gli intellettuali non saranno mai d'accordo su questa o l'altra scelta. Poiché, dato il carattere individuale della creatività, questi respingono ogni sorta di tutela e rifiutano ogni concorrenza.Tuttavia, Ibrahim Abdel-Meguid, uno degli invitati a Francoforte, assicura che " La gran parte degli scrittori che parteciperanno sono figure emblematiche della scena culturale egiziana. Molti fra loro, fra cui lui stesso, sono passati attraverso la spaventosa esperienza del carcere a causa del loro impegno politico e letterario".

Ma come interpretare l'assenza di personalità come l'egiziano Nawal Al-Saadawi o la marocchina Fatima Mernissi, entrambe autrici controverse di opere femministe, la cui partecipazione resta imperativa in una tale occasione ? Purtroppo, la condizione attuale dei paesi arabi, sia a livello della libertà d'espressione sia a livello di una democrazia che diviene sempre più illusoria, non li predispone a scegliere i loro oppositori né ad ascoltare altri punti di vista.

Altri critici rimproverano a questa commissione di avere scartato tutta la nuova generazione di autori, come Zahra Yousri o Ibrahim Farghali. Tuttavia, la direzione della Buchmesse ha cercato di rimediare a questa omissione invitando, in parallelo con le nomine ufficiali, una cinquantina di altri scrittori.

Incontestabilmente, il più grande vantaggio per il mondo arabo sarà lo sviluppo delle traduzioni. Ai nostri giorni, su 50.000 libri tradotti in Germania solo 250 sono quelli tradotti dall'arabo. Secondo il rapporto 2003 del Pnud (Onu), la Grecia (11 milioni di abitanti) traduce opere cinque volte di più dell'insieme dei paesi arabi che raggruppano 284 milioni di abitanti."

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